Page 268 - Vida y Obra de Vizcardo Guzman - Vol-1
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Volumen 1
Viscardo y la rebelión de Túpac Amaru
100 uomini della guamiggione di Callao e 300 milizioti sotto gli ordini di don
Giuseppe Areche, visitatore generale e uditore.
L’autorità di Túpac Amaru, in qualità di succesore degli incas, è stata
ancora riconosciuta dairindiano sopranominato el Chuncho, il quale doppo
l’anno 730 essendosi ritirato presso gli indiani indipedenti nelle vicinanze de-
lla provincia di Tarma (situata al piede delle cordigliere, trenta leghe lontano
di Lima), vi aveva formato uno stato considerabile, e nelle circostanze presenti
agisce con le sue forze come luogotenente dell’inca.
Mentre che Túpac Amaru percorreva vittorioso le parti del Perù vici-
ne a Cusco e giustiziava publicamente sei governatori spagnuoli (oltre Arria-
ga suddetto, ni nominavano ancora Landa e Balcarcel) trovati colpevoli nella
loro amministrazione, l’estremità del Perù demominata Charcas era vessata da
Tocari, cazique potente di quelle parti. Costui, sapendo che Túpac Amaru si
faceva proclamare sovrano, mandó un suo fratello a Chuquisaca per doman-
dare ai ministri di quella reale Udienza il permesso e un rinforzo per andare
a combattere Túpac Amaru, il quale usurpava la sovranità dovuta a lui, Tocari.
Questa proposizione, proveniente da suprema stoltezza o da raffinata malizia,
con fu considerata dai ministri spagnuoli che come un insulto all’autorità del
loro sovrano, ed in conseguenza fecero impiccare Pimprudente messaggiero.
Tocari ed i suoi indiani, accesi di furore per detto successo, hanno esalato i
loro sdegno con molte atrocità commese contro tutti quelli che non presero
partito seco loro, ed essendosi riuniti in numero di 20 mila indiani, 8 milo
misti e qualche migliaio di spagnuoli creolli, hanno distrutto la truppa sortita
contro essi da Chuquisaca, sotto il comando di due ministri cari, dopo questo
successo, ha preso il nome di Fracesco I il Potente, e cingea ultimamente di
assedio Chuquisaca, dove gli spagnuoli si erano fortificati.
Ecco, caro amico, tutte le notizie che mi sono pervenute da buoni cana-
li, ecco lo stato attuale delle cose in quella parte del mondo; ed ancorché paia
che il Tucumán, Paraguai, Quito e Chile non facciano figura in questo quadro,
non crediate pero che queste provincie siano quiete; esse hanno sospeso la
loro indignazione contro l’oppressione che sofrivano, e sperano l’esito della
loro sorte di quello che accadderà nel Perù. Ricordatevi che Quito si sollevo
ed obbligò il governo e levare Pappalto di acquavite messo nel 64; che Chile
nel 77, per consenso unanime delle differenti classi dei suoi abitarori, ricursó
apertamente di accettare queste medesime imposizioni che hanno causata la
ribellione del Perù; che in questa medesima circostanza il Paraguai e Tucumán
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