Page 198 - Vida y Obra de Vizcardo Guzman - Vol-1
P. 198
Volumen 1
La herencia de los Viscardo
Guzmán, loro zio, scritta in Puno a di 15 luglio 1778) solamente gli ragua-
gliano che il 2 settembre 1776 mori in Arequipa il sacerdote D. Silvestro Vis-
cardo de Guzmán, il quale nel suo testamento istituí suoi eredi universali gli
anzidetti due fratelli, Anselmo e Paolo, suoi nipoti, prescrivendo loro il dieci
anni accioché possino ottonere di essere ripatriati ed abilitati ad hereditare e
poseedere de’ beni passato il qual tempo senza effetto a favore di detti fratelli,
ordina che i suoi beni passino alle loro tre sorelle secolari, do vendo duranti
i dieci anni prescritti rimanere l’ereditá intiera nelle mani del anzidetto don
Raimondo Bedoya Mogrovejo suo esecutore testamentario.
In conseguenza dei primi recapiti venuti d’Arequipa, detti due fratelli
avanzarono alcune suppliche alla corte di Madrid, e segnatamente in giugno
del 1778 per mezzo di S. Eccellenza duca di Grimaldi, ambasciatore di S.M.C.
in Roma, domandando la grazia di essere abilitati per adire detta ereditá,
come ancora quella del loro padre. Detta supplica, trasmessa con lettera d’uffi-
zio a S. Eccellenza il signore D. Giuseppe di Gálvez, segretario del Consiglio
delle Indie, ebbe in risposta (quale ha veduto uno de’ medesimi fratelli nella
segreteria d’ambasciata in Roma) che, essendo stata presentata a S.M., aveva
essa ordinato che si rimettesse al Consiglio straordinario, accio vi fasse vista
e provveduta. D’altronde sono stati informati che detta supplica si trova nella
segretaria del Consiglio straordinario, e dispaciato l’espediente dal signore fis-
cale, e principiata la revisione del detto Consiglio.
Ma siccome contemporaneamente esistevano molte altre suppliche
degli ex gesuiti spagnoli, hanno stabilito i signori di detto Cosiglio di risolver-
le tutte con una decisione generale; cioché ha portato un gran ritardo, per lo
dificoltá di stabilite una regola adattabile a casi differenti interessi; ma princi-
palmente trattiene l’affare la qualità dei signori componenti detto Consiglio,
i quali, per essere membri d’altri consigli e per le loro occupazioni principali,
non possono facilmente combinare a riunirsi, molto piú stante la guerra pre-
sente; onde bisognerebbe far risolvere l’affare, per grazia speziale di S.M., fuori
di detto Consiglio straordinario, attesoché vi sone degli esemplari di simili
grazie ottenute mercé l’interposizione di persone rilevanti, e segnatamente dei
signori Urbano Rodriguez e Giuseppe Parédez, quali sono stati anche ripatria-
ti, e dei signori don Gabriele Santa Cruz e marchese Castaniza, americani, che
godono, il primo in Genova, il secondo in Bologna, i loro considerabili beni,
per non parlare d’altri.
197