Page 250 - Vida y Obra de Vizcardo Guzman - Vol-1
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Volumen  1
                                                             Viscardo y la rebelión de Túpac Amaru
            tanto sudore e sangue, senza che la cospicua nobità, di cui molti tra essi possono
            a ragione vantarsei, gli essimesse dal disprezzo insultante degli europei ecc.
                    Tutte le altre classi miste si accordavano perfettamente, anche supera-
            vano i creoli in questa antipatia contro gli spanguoli europei. Mille volte l’im-
            pero spagnuolo sarebbe stato compromesso se i creoli, che avrebbero creduto
            contrarre una macchia indelibele nell’onore marcando di fideltà al loro sovra-
            no, non avessero frenato coll’autorità, ed anche colla forza, gl’impeti dei misti,
            mulatti liberi ecc. Questi hanno sempre conservato tale rispetto ed amore ver-
            so i creoli, che in qualunque occasione ad un solo cenno si sarebbero per essi
            sacrificati. Troppo lungo sarebbe citare degli esempi ed addurne le raggioni.
            Queste classi si considerano, come una diramazione dei creoli, essi ne fanno
            pompa e si credono attaccati alla loro sorte. I creoli e le classi miste uguaglia-
            vano poco appresso nel Perù il numero degli indiani; ma i primi, più ¡lumi-
            nati, più robusti, più coraggiosi e meno vessati di questi ultimi, conservavano
            un tale ascendente sopra di essi, che sarebbe loro stato impossibile di rilevarsi
            dalla depressione in cui giacevano.
                    Riguardo agl’indiani, bisogna osservare che il loro odio non era prin-
            cipalmente diretto che contro gli spagnuoli europei, i quali aveano il potere
            di verssarli. Essi perciò dagl’indiani non venivano chiamati che col nome di
            Aucca, Guampo, cioè nemico, straniero; contro questi in ogni occasione aeg-
            nalavano la sua avversione: me ne appello alla sollevazione del Quito del 64,
            in cui gl’indiani e i misti andavano a cercare gli europei perfino nei sepolcri
            delle chiese, laddove non fu mai fatto il minimo torto a verun creolo, ancor-
            ché molti di essi avessero preso le armi per appogiare l’autorità reale. Essi, nel
            calore della sollevazione, proclamarono re il conte di ecc. creolo. Ben si sa che
            detta sollevazione fu calmata per opera dei gesuiti.
                    I creoli, lungi dall’essere abborriti, erano rispettati, e da molti anche
            amati; gli indiani gli chiamano viracocha, nome di un loro inca. Nati in mezzo
            agl’indiani, allattati dalle loro donne, parlando la loro lingua, avvezzi ai loro
            costumi, e naturalizzati al suolo per il soggiorno di due secoli e mezzo, e di-
            venuti quasi un medesino popolo, i creoli, ripeto, no(n) avevano per lo più so-
            pra gl’indiani che una influenza benefica. Maestri degl’indiani nella religione,
            i parochi e sacerdoti, creoli per la maggior parte, erano sempre in contrasto
            con i governatori spagnuoli per protteggere gl’indiani; le case dei creoli erano
            un asilo sicuro per quie di loro che, ammessi alla servitù domestica, vi trova-
            vano una sorte ben dolce e molte volte fortunata. Si osservi bene, finalmente,



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